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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Sofri ha scontato la pena. Ora verità su Calabresi, Feltrinelli e Rostagno.

Copertina-Calabresi.jpgIn questi giorni le gravi vicende nazionali, in primis all’isola del Giglio, mettono in second’ordine la notizia che Adriano Sofri ha concluso la sua pena. Ha infatti scontato i 22 anni di reclusione cui era stato condannato per l’omicidio di Luigi Calabresi, trascorrendoli un po’ in galera e un po’ a domicilio. Secondo la giustizia italiana egli ne fu il mandante, ma confesso di non aver mai capito bene se era colpevole o innocente perché il suo rifiuto di chiedere la grazia al capo dello Stato mi complica le idee. So però che quella vicenda affonda le radici sulla strage di Piazza Fontana è perciò è molto complicata, come dimostra la lettura di questo libro: Paolo Cucchiarelli, “Il segreto di piazza Fontana”, Ponte delle grazie, 2009.

 

 

 

So anche, per aver vissuto quei tempi, che Lotta Continua è certamente responsabile di una campagna di estremo livore diffamatorio nei confronti di Calabresi fondata sull’accusa di aver ucciso l’anarchico Pinelli e sostenuta con teoremi poi rivelatisi falsi circa la sua appartenenza alla CIA.

 

*

 

Nel mio mondo fatato la destra usa le balle per coprire i segreti e le “illegalità necessarie” dello Stato, mentre la sinistra è paladina della verità. Niente di più sciocco. Spero invece che la sinistra e la sua cultura, di cui io stesso mi nutro, trovi il coraggio di affrontare la verità, partendo dalla demolizione delle balle che essa stessa ha costruito o cavalcato per opportunità. Penso che questo, di Calabresi, sia uno di quei casi. Quest’anno ricorre il 40° anniversario della sua morte. Si colga l’occasione per dire la verità.

 

Ora, è certo che il libro di Cucchiarelli non è la bibbia, ma è una lettura buona per chi sia disposto a mettere in discussione le proprie convinzioni, a suo tempo fondate solo sulla propaganda. E’ altrettanto certo che la verità a volte può essere poco digeribile. Qui sotto ce n’è un assaggio.  Non commento l’intero libro, che è di una complessità enorme, ma ne prendo spunto per richiamare alcune considerazioni derivanti dalla lettura del capitolo ventunesimo, che non tratta solo di Luigi Calabresi, ma anche di Giangiacomo Feltrinelli, di e Mario Rostagno, militante di sinistra.Cucchiarelli-copertina.jpg

                                                                                                            

**

 

Sintetizzando molto liberamente: Feltrinelli e Calabresi, secondo questa ricostruzione, sono stati uccisi per le stesse ragioni e dagli stessi mandanti, a poche settimane l’uno dall’altro. Cambiano le tecniche, che sono di altissimo profilo professionale in entrambi i casi, ma vigono azioni di copertura e depistaggio delle indagini in entrambi i casi. Feltrinelli è stato ucciso da lontano con fucile di precisione e poi, con calma è stato allestito l’overkilling. Non può essere morto per lo scoppio anticipato di un ordigno che stava preparando perché aveva le mani incolumi. Immediatamente dopo morto venne legato il cadavere al corpo metallico del traliccio, messo a cavalcioni e fatto esplodere. La messinscena ha un preciso scopo simbolico: stabilire un legame con Piazza Fontana e rilanciare la strategia, già fallita precedentemente, di far cadere su di lui la responsabilità della strage. Volendo si può anche rintracciare un messaggio relativo alla anticipazione inconsapevole dell’esplosione come firma. Occorre dire che sulla questione delle mani esiste anche un’altra spiegazione, che qui non viene ricordata, che vede Feltrinelli colto dall’esplosione nell’attimo in cui era impegnato ad arrampicarsi con le mani sul traliccio trattenendo il materiale innescato tra le ginocchia. La questione della “anticipazione” non posso svilupparla qui, ma ricordo che essa costituisce la tesi fondamentale di Cucchiarelli, ovvero che sarebbero stati usati dei timer truccati all’insaputa dell’operatore che li usava. Ciò costituiva un segreto noto solo in un certo ambiente per cui usare questa tecnica valeva come “firma” riconoscibile solo da chi sapeva.

 

Calabresi fu ucciso sotto casa da un commando armato che lasciò falsi bossoli e raccolse quelli veri.

 

In entrambi i casi un ruolo centrale lo ebbe Marco Fumagalli, leader del MAR e questo ci porterebbe in un preciso ambito politico-militare. Ma perché dovettero essere eliminati?

Perché, secondo Cucchiarelli, entrambi avevano ricostruito un traffico di armi ed esplosivi la cui scoperta e ufficializzazione avrebbe avuto conseguenze gravi e compromettenti per gli apparati dello Stato, ma anche per la protezione della rete di informatori e infiltrati. Ciò interessava tutti i soggetti in gioco compresa Lotta Continua e i GAP oltre ai neri. Al momento della morte Calabresi sapeva tutta la verità su Piazza Fontana e le compromissioni istituzionali, comprese responsabilità estere, ma era oggetto di una campagna di discredito fondata sulla parziale omonimia con l’ufficiale CC Antonio Calabrese, vero agente CIA ( di costui oggi è certo che aveva fatto i corsi in America e che all’arrivo di Nixon aveva scortato e partecipato ad incontri riservati tra spie dei due paesi). I suoi superiori - di Calabresi - sapevano ma avevano lasciato fare per tenerlo sotto scacco. Luigi Calabresi non centrava niente con la CIA né con la morte di Pinelli. Egli lottò con successo per la verità senza tradire il suo mandato, scoprì le prove e dimostrò i legami ad altissimo livello (Rumor e Piccoli) , ma venne eliminato con copertura dello Stato.

 

Di tutto ciò era consapevole - perché aveva capito - Mario Rostagno il quale venne eliminato nel 1988 quando partì la pista Marino- Sofri. Pista che egli avrebbe potuto ostacolare. Questa pista ha avuto lo scopo di “inchiodare” (impedire un’agnizione) Lotta Continua all’omicidio Calabresi e tenere lontana la verità (omicidio di Stato) durante il processo di riabilitazione. E’ anche questo un depistaggio protettivo che si basa su parti di verità (forse relative al ruolo stesso di Pietrostefani, capo militare di LC), ma che sbaglia consapevolmente nell’indicazione dei mandanti. L’inchiesta del giudice Salvini e gli atti delle commissioni parlamentari di inchiesta hanno già chiarito molto. La verità è nota negli ambienti istituzionali fin dal 1998, ma bisogna andar piano a comunicarla al popolo. Nel frattempo molti passi sono stati fatti con la famiglia e per la riabilitazione di Calabresi.

 

Oggi è in corso un lento e difficile processo di agnizione che è già passato attraverso la famiglia Calabresi, sta affrontando la famiglia Pinelli e dovrà affrontare i familiari Rostagno.

 

Poi si saprà finalmente la verità, si potranno intitolare le vie ai martiri e superare anche il pregiudizio incolpevole della nostra generazione.

 

 

 

 

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