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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Sua Santità e le carte segrete di Nuzzi

Sua-Santita.JPGNel panorama editoriale, la  crisi del giornalismo d’inchiesta, che non trova più spazio in televisione ed è sempre più emarginato anche nella stampa perché sostituito dalla logica delle campagne di gossip, e da un tipo di cronaca che è sempre più simile ad una sorta di narrativa scandalistica di regime, trova per fortuna una parziale compensazione negli instant book di Chiarelettere.

Un caso di successo e direi anche di qualità, è dato da questo SUA SANTITA’ Le carte segrete di Benedetto XVI“ di Gianluigi Nuzzi, uscito già in tre edizioni tra Maggio e Giugno scorsi. Ero prevenuto sull’autore perché, avendo visto molto poco, gli attribuivo uno stile televisivo di bassa qualità, ma ho dovuto ricredermi. Qui c’è professionalità e competenza.

L’esistenza di questo libro, come di altri simili prima, più che rispondere a qualche iniziativa individuale di ricerca della verità, che sarebbe ingenuo sostenere, risponde ad un piano di comunicazione di uno dei tanti centri di potere che si stanno scontrando nella crisi. E non mi stupirei che fosse il Vaticano stesso. Oggi le ristrutturazioni degli organigrammi di vertice, e non solo per le organizzazioni note, si fanno accompagnandole con un rapporto di narrazione all’opinione pubblica che permetta di gestire il gossip evitando il rischio che si ritorca contro chi conduce il gioco. E questo libro ne è lo strumento.

Si occupa delle vicende note, ma nebulose degli ultimi anni, a partire dal caso Boffo, e ci conduce al caso Gotti Tedeschi, passando attraverso altre vicende meno note, ma certamente interessanti. E a pochi mesi dalla sua uscita gli sviluppi risultano meglio comprensibili: il maggiordomo del papa viene arrestato, Lombardi lamenta pubblicamente l’esistenza di azioni di ricatto sulla Santa Sede, Gotti collabora e arrivano memoriali alla magistratura, la curia prende le distanze ecc., prende corpo la prospettiva di sostituzione del cardinal Bertone con un diplomatico. Il pregio del libro è che fornisce un quadro unitario del contesto di scontri in cui tutto ciò avviene.

*

 

L’analisi Gottiana della crisi finanziaria globale.

Ettore Gotti Tedeschi, insigne economista e docente della Cattolica con curriculum qualificato in vari istituti bancari, nonché gradito amico professionale di Tremonti, è stato presidente dello IOR fino al 24 Maggio 2012, quando è stato sfiduciato dall’intero CdA. Ho seguito distrattamente la vicenda sui giornali delle settimane successive senza appassionarmi più di tanto anche perché non si capiva quasi niente. Ora, con la lettura di Nuzzi, mi sembra di vederci più chiaro e mi sento confermato nel mio sentore sulla crisi vaticana, che si basa su una lettura secondo la quale Benedetto è un buono. Lui è un buono e dà per scontato un passaggio molto doloroso per il rilancio della Chiesa. Purtroppo però è circondato dai cattivi che stanno attorno a lui nella curia romana e deve sostenere una quotidiana battaglia per vincere e sopravvivere. Speriamo sia più fortunato e meno ingenuo di Luciani. E in questo senso ben venga la storia di persone che a me appaiono tanto eroiche quanto modeste che lo aiutano. Primo fra tutti Paolo Gabriele, il suo maggiordomo e poi la sua amica suora musicista, della quale non ricordo il nome, persone che si stanno sacrificando per proteggerlo dalle ritorsioni meschine messe in atto dai nemici della verità.

Si dirà che sono in piena regressione buonista, ma mi sento nel giusto e per una volta mi piace giocare con l’illusione che il mondo non sia solo grigio e meschino, ma popolato di angeli del Bene che lottano contro il Male.

Forse però non sono ancora certo che vincano e, aimè, in ciò consiste la mia poca fede.

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Tornando al nostro Ettore, quando era in sella scriveva dei rapidi ed efficaci memo per spiegare la crisi finanziaria a Benedetto, il quale evidentemente stimava le sue opinioni. Alcuni di questi sono finiti nelle “carte segrete” di cui Gianluigi Nuzzi è venuto a conoscenza e che riporta, con commenti, nelle venticinque pagine del capitolo “Scacco a Benedetto XVI”, pgg 225-250. Alcuni di essi sono forti e per questo me li sono appuntati al fine di commentarli in un apposito post del mio diario di lettura.

C’è da dire non è ovvio e scontato che il papa si faccia commentare e informare dal presidente delo IOR sui fatti economici, anche perché Gotti è un laico. Si trattava quindi di una scelta fondata sulla stima e proprio questo probabilmente dava fastidio all’establishment vaticano.

Comunque, la tesi di fondo di Ettore è che la crisi è destinata a riflettersi negativamente anche sulla Chiesa e sui suoi bilanci, essendo essa dipendente dalle offerte e donazioni, riducendo così nel lungo periodo anche la sua capacità di evangelizzazione.

Le cause generali di questa crisi sono riconducibili ad uno squilibrato processo di globalizzazione che, forzando la delocalizzazione delle attività produttive, deprime i ruoli (economici) fondamentali dell’uomo occidentale che lavora, consuma e risparmia (investe). Le imprese domestiche occidentali sono sempre meno competitive, il lavoratore crea però il proprio reddito su di esse e il mercato offre al consumo beni sempre più competitivi ma prodotti altrove, col risultato che la ricchezza si trasferisce dall’occidente cristianizzato all’oriente da cristianizzare. Il mondo cristiano si sta impoverendo mentre assiste ad un tumultuoso empowerment del mondo da evangelizzare. Cina e India in testa.

Inoltre il progressivo aggravamento della crisi spinge i governi  ad aggredire la posizione della Chiesa, ad esempio invocando la tassazione dei suoi beni come cessazione di privilegi. Occorre perciò stabilire una strategia che indichi come reagire ecc.

L’analisi viene condivisa al punto che si crea una unità di crisi in vaticano che studia un progetto di ristrutturazione della amministrazione del denaro per “valorizzare i beni, crescere i ricavi, ridurre i costi e minimizzare i rischi.”(pg 230)

Il lavoro funziona, varie bozze si alternano sui tavoli vaticani. Bertone si lancia nell’operazione con la sua energia e con la sua esperienza di equilibrista, anche un po’ sgangherato e a volte brutale, tra le anime e gli enti di un cattolicesimo gerarchizzato e avvezzo al potere… ma è un lavoro critico e delicato, basta pensare al fatto che in giro per il mondo, nelle frontiere dell’evangelizzazione, la Chiesa è minoranza spesso esposta ad azioni violente. Per cui si perviene alla “istituzione di un gruppo di intelligence e coordinamento per la sicurezza economica” della Chiesa. Proprio così, parole da thriller. Il punto è che per “prevenire criticità che esporrebbero la Chiesa a giudizi negativi“ ecc. occorrerebbe la trasparenza, l’intervento sulle situazioni opache ecc. tutte cose che mal si conciliano con le furberie e le tattiche interne di potere che caratterizzano le lotte esasperate tra gli ordini, le entità economiche e confessionali diverse che caratterizzano la costellazione organizzativa cattolica… e si arriva quindi al dunque. Nel 2011 lo spread comincia a non lasciare più scampo e gli istituti economici cominciano ad andare per conto proprio in assenza di una seria politica di vincolo e orientamento finanziario. Per cui quando il Pontificio consiglio di Giustizia e Pace (istituzione che sarebbe molto, molto difficile definire liberista…) propone che la chiesa si faccia partecipe per la istituzione di un’autorità pubblica universale che rediga “norme per la regolazione del sistema monetario e finanziario internazionale” il nostro Ettore, evidentemente spaventato, prende posizione contraria e consiglia a Benedetto (sempre tramite padre Georg) posizioni molto più caute e alternative. (Mi viene da pensare che il cattolico Gotti Tedeschi, come del resto quelli che stanno più o meno dall’altra parte, tra i quali Monti e tanti altri illustri finanzieri col grembiulino, fosse più spaventato della prospettiva di scontro che una simile impostazione aprirebbe con i poteri sovranazionali che, alla faccia della trasparenza, questo ruolo lo svolgono già… ma senza doverne rispondere ad alcuna autorità universale) sta di fatto che (pag 233-235) scrive un memo nel quale smonta il documento del Consiglio Vaticano. Il punto principale di attacco nei confronti del documento è che si tratta di proposte velleitarie, già “discusse da lustri nelle sedi competenti” che vengono fatte in un momento nel quale la Chiesa ha bisogno di maggiore credibilità e deve realizzarla attraverso una maggiore trasparenza della propria situazione finanziaria, nel momento in cui lo IOR (che lui stesso presiede) è investigato e la stessa Santa Sede non è ancora stata accolta nella White List (elenco degli stati affidabili nell’attività di contrasto e prevenzione, antiriciclaggio e finanziamento del terrorismo). Bello smacco…

Siamo nell’Ottobre –Novembre  dell’anno scorso (2011) e sta per precipitare anche la situazione politica italiana, e Gotti non lesina un memo a Benedetto nel quale spiega (con il governo italiano ancora formalmente in piedi) che è proprio il crollo della sua credibilità il motivo della fine di Berlusconi.

Altro punto dei suoi memo che mi è piaciuto è quando dice che sarebbe utile un “dichiarazione di preoccupazione “ di Sua Santità sulla crisi perché “ se le imprese non sono sostenute adeguatamente e finanziariamente dal credito bancario a breve potrebbero ridurre o chiudere l’ attività” e stima per l’Italia un impatto tra i 100 e 200 mila posti di lavoro a rischio.

Insomma all’epoca dell’operazione Berlusconi/Monti Gotti Tedeschi era dalla parte giusta. Speriamo che lo sia stato anche in questi mesi più bui durante i quali è stato lui ad essere sfiduciato. E speriamo che la stessa chiarezza e gli stessi consigli di trasparenza ed etica che dava a Benedetto quando era in carica, lo abbiano guidato nelle dichiarazioni che ha fatto ai giudici che lo hanno interrogato un paio di mesi fa.

Rimane da capire perché lo hanno fatto fuori dallo IOR. E questo il libro di NUZZI non lo spiega, anche perché è uscito prima che ciò succedesse. Ma spiega altre cose e soprattutto pubblica dei documenti che fanno un po’ di luce sulle problematiche interne decisamente oscure del Vaticano. In ogni caso dalle informazioni che il libro fornisce ho ricavato l’idea che le dimissioni di Gotti Tedeschi abbiano aiutato e non indebolito la posizione di Benedetto.Gotti-Tedeschi.JPG

Chissà come andrà a finire quindi. In ogni caso il libro è buono e la Chiesa dovrà fare le sue scelte. Chi prende ora il posto di Gotti a consigliare il pontefice? Passerà la linea del Consiglio pontificio? Una strategia economica globale della Chiesa capace di difendere i propri interessi finanziari globali e di tenerla fuori dal cortocircuito imminente tra i paesi ad essa vicini?

Mah!, certo che ai fedeli di base, ai poveri della terra forse questa non apparirebbe la priorità su cui impegnare gli sforzi della fede, le risorse e le preghiere, anche perché a loro appare come un problema dei paesi ricchi.

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Altro aspetto, tra i tanti, di attualità di una lettura fatta in questi giorni riguarda il Meeting di Comunione e Liberazione. 

Nel capitolo CL, Legionari e lefebriani, atolli dell’impero, che, anche se non è numerato, è il nono e viene significativamente dopo il capitolo dedicato a Tarcisio Bertone: l’ambizione al potere, il libro si occupa del meeting di Cl, Rimini 2012.

Dopo aver ricordato che Ettore Scola è stato scelto dal Papa come vescovo di Milano su indicazione del papa nero gesuita Juan Carron (e c’è la lettera tra le carte segrete che ivi vengono pubblicate e commentate) anche per la sua appartenenza a Comunione e Liberazione, si passa ad illustrare la vicenda relativa all’invito che Emilia Guarnieri (presidente del Meeting) ha rivolto tramite lettera direttamente al papa, e a lui medesimo presentata con sue proprie mani da Tarcisio stesso in uno degli incontri settimanali che avvengono ogni Lunedì in qualità di segretario di Stato. Ciò sarebbe avvenuto nel Dicembre scorso quando già era stato definito il titolo del convegno: La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito. E si sarebbe risolto in una scelta favorevole alla partecipazione da parte di Benedetto XVI.

Oggi il convegno si è chiuso e il papa non c’è stato. C’è stato Monti, presidente del Consiglio italiano, milanese, ma non certo esponente curiale. Inoltre il convegno è stato aperto con una particolare enfasi giornalistica all’attacco di Famiglia Cristiana a CL: al meeting applaudono solo chi ha il potere. Mi pare evidente che in questi sei mesi di scontri l’asse è cambiato e lo scontro con Bertone si è acuito. Anche l’enfasi data alla visita milanese del giugno scorso assume così un significato più comprensibile: Benedetto ha detto ai milanesi: non andrò al Meeting, ma confermo la mia particolare attenzione alla chiesa ambrosiana. La quale, devo dire, ne ha proprio bisogno. (Università Cattolica, San Raffaele, don Verzè, scandalo Formigoni ecc.)

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Altra piccola chicca è la parte che mostra le sintonie dell’anno scorso tra Tremonti e Bertone sulla vicenda dell’Ici sugli istituti religiosi. Vicenda che secondo i dati di Agenzia delle entrate, vede in ballo qualcosa come due miliardi di euro all’anno. Direi che ne esce anche, tra le righe, l’indicazione che Emma Bonino difficilmente verrà sostenuta dai cattolici come prima donna presidente della Repubblica il prossimo anno visto che è stata lei ad avviare questa bomba ad orologeria.

Ecco, questi ed altri sono tra i contenuti del libro, scritto bene, che si fa leggere e fornisce un livello di comprensione superiore alla lettura dei giornali. Quindi i miei complimenti a Nuzzi, ma anche a che dirige Chiarelettere.

 

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