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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Terra tremuit

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Un articolo su Nòva, allegato de ILSole24ore di domenica scorsa, segnalato in prima pagina, rinviava al tema dello Shale Gas. Si tratta di una risorsa naturale presentata come alternativa energetica. E’ un trattamento delle scisti argillose decomposte dal quale si può ricavare gas. In tale articolo non si dice però che la produzione di tale gas presuppone tecnologie che interagiscono con la stabilità del sottosuolo e quindi solletica la fantasia sulle cause dei terremoti...

Il punto critico di questa tecnica sarebbe il cosiddetto “Fracking” e il fatto che negli Stati Uniti sarebbe nota, e acquisita a livello politico, la connessione causale tra tale tecnica e i terremoti al punto che lo Stato del Vermont ha dichiarato fuorilegge tale pratica in quanto, appunto, “earthquakes linked”. La stampa italiana non ne ha praticamente parlato. Da quanto capisco inoltre, nelle zone epicentrali  di questo terremoto padano, sarebbe già diffusa la pratica di stoccare, grandi quantitativi di gas già estratto, negli anfratti geologici collegati a precedenti pratiche estrattive. Di questo la stampa locale ha parlato in varie occasioni, ma trattando il tema come uno dei tanti comitati del NO della serie NIMBY. Viene alla mente la subsidenza, un fenomeno legato all’estrazione del gas nella pianura padana delle inondazioni catastrofiche. Un fenomeno pericoloso, un fenomeno scientificamente certo, ma nascosto ai media per decenni. E viene alla mente un film come Vajont la diga del disonore, dove si racconta chiaramente che tutti i rischi connessi con quella la situazione idrogeologica erano noti e studiati dai tecnici, addirittura con simulazioni a scala ridotta. Vennero taciuti prima e negati dopo la tragedia. Ma allora non c’erano Internet e Twitter…

Sul tema c’è un continuo e strisciante intervento allusivo sul web. E’ chiara la tentazione di reagire alle ansie da terremoto assecondando le voglie di complotto, ma anche se ci si lasciasse andare  non si tratterebbe a mio avviso di un esorcismo, bensì di una moderna paura da affrontare con la terapia della trasparenza.

La voglia di complotto si annida tra le ipocrisie della informazione mediatica e si alimenta dell’alto tasso di inaffidabilità che caratterizza l’attuale ceto politico.  Occorre a mio avviso far qualcosa per evitare che anche il terremoto diventi antipolitica. Pertanto questi dubbi, se sono infondati, dovrebbero essere tolti da un intervento chiarificatore del governo “tecnico”. E se sono fondati dovrebbero essere affrontati sul tavolo della trasparenza, non certo nascosti… perché il segreto non reggerebbe. Anzi, avremmo una catastrofe politica.

Ora, è chiaro che è in atto una azione lobbistica finalizzata all’adozione di tale pratica in Italia e in Europa, al fine di emanciparsi dalla dipendenza dai paesi fornitori. Essi sono la Russia, che è in continuo conflitto con l’Ucraina, sulla cui terra passano le tubazioni che alimentano la Germania; poi abbiamo il nordafrica, quello molto incerto del dopo Gheddafi. In questa nuova situazione ogni giacimento di gas vale molto, molto più di prima. Forse al punto di accettare rischi gravi che prima non sarebbero stati accettati. Non trovo azzardato pensare che qualcuno, soprattutto nel precedente governo, abbia deciso di correre questi rischi e abbia dato il via a qualche programma che ora si volge in tragedia.

Se le cose stanno così allora le parole del presidente Napolitano su una inadeguata politica di prevenzione del rischio assumerebbero un preciso significato: bloccare tutto, ammettere l’errore e chiedere scusa. Gli italiani giudicheranno. Penso che solamaente una politica che avesse questo livello di qualità sarebbe degna di una festa della Repubblica.

**

Sento invece dalla televisione che sono state aperte due inchieste della magistratura, per omicidio colposo, e che si riferiscono alle morti sul lavoro dei capannoni crollati, mettendo così l’accento sul tema edilizio laboristico. E’ un a scelta. Una scelta che, per carità compete a chi governa ed amministra, ma che esprime una concezione strumentale dell’evento catastrofico: cogli l’attimo, trasforma la sfida in un’opportunità. Complimenti. Cancellieri.jpg

Non mi resta che dedicare a queste persone un ascolto, sperando che le parole di una saggezza millenaria portino giudizio.

 

Terra Tremuit et quievit,

dum resurgeret

in judicio Deus.

Alleluia

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