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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Domenico Quirico

Domenico Quirico

Il suo rientro, coinciso forse non casualmente con il G20 russo e quindi in un particolare momento con la stampa mondiale concentrata sulla crisi siriana, ha innescato un processo di conversione controllata della posizione italiana sulla Siria.

Egli, e di riflesso il suo giornale La Stampa, in questi giorni è dotato di un potere di persuasione potenziato dal sentimento di vicinanza emotiva. Tale posizione costituisce per i servizi un pericolo e una risorsa. Io penso che nel viaggio di rientro, forse rallentato di qualche 24 ore, Quirico sia stato istruito bene su cosa dire e non dire e che in questa fase di preparazione sia stato coinvolto anche il fido Calabresi, direttore del suo giornale. Tale quotidiano, ancora molto importante per la politica italiana, nei due giorno precedenti la liberazione si comportava infatti in modo un po’ strano. Da una parte aveva assunto un atteggiamento rispettoso per Assad pubblicando (finalmente) delle foto decenti e trattandolo non più da dittatore, ma da “presidente”. Dall’altro criticava il governo per le ambiguità della propria politica. A tal proposito si legga lo squisito articolo di Gramellini. (vedi)

Quindi il rientro era stato preparato e ora viene gestito. Serve una svolta che rilegittimi Assad, senza il cui contributo non credo proprio che i nostri servizi avrebbero potuto trattare e liberare l’ostaggio. E il nuovo messaggio che deve passare è che Assad tutto sommato è un buono perché il problema vero sono i terroristi qaedisti. Lui invece, Quirico, è chiraro, si sente uomo libero e come tale, responsabilmente si comporta. Per cui dai suoi articoli salta fuori che tra i suoi terribili carcerieri quelli di Al Qaeda in realtà erano i migliori.

LA RIVOLUZIONE HA PERSO IL SUO ONORE dice il titolo del due paginone di oggi. Innanzitutto, e non credo proprio si tratti di sindrome di Stoccolma dato il soggetto, egli scrive “terroristi” con le graffette. E’ chiaro che il termine non lo convince più né quando allude a quelli della prima ora quelli che “lottavano per un paese senza Bashar (si noti il tempo passato), coi quali era partito per collaborare descrivendo la lotta rivoluzionaria, sia quando si riferisce ai qaedisti, si, proprio a loro quelli di Bin Laden. Anzi con loro Quirico è ancora più esplicito: essi hanno un “terribile, implacabile onore”, e non gozzovigliavano. Il messaggio poi si fa sempre più chiaro a mano a mano che procede l’articolo. Fino alla conclusione:

Questa è una rivoluzione che ha perduto il suo onore. Per lavare questa macchia deve condurre una inchiesta e arrestare i responsabili del nostro sequestro e condannarli in modo esemplare per i reati che hanno commesso contro di noi e contro la rivoluzione.” E poi arriva il colpo che non bisogna lasciarsi scappare: “Se non lo farà, allora i suoi leader che partecipano alle conferenze a Roma a Bruxelles che hanno una ambasciata a Parigi, proveranno di essere solo parolai, senza potere sui gruppi armati forze che operano nel loro paese, parassiti che si fanno pagare, da noi, i conti degli alberghi di lusso dove sono ospitati.

Che dire quindi di questa propaganda sul Chem Weapons Pact? Io credo a Quirico. E noto che la sua è una chiara delegittimazione dell’opposizione ad Assad. Esattamente ciò che un giornalista autentico, un uomo libero dovrebbe averci detto da due anni a questa parte.

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