diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
CONSIDERAZIONI DI FINE MAGGIO (Past One)
Il mese che inzia con la festa del lavoro ci ha portato quest’anno, con le sue notti intiepidite, l’ultimo quarto della quarta luna annuale. Un senso di lunatico declino. Il mio post su questo Primo Maggio, (che in Italia è stato caratterizzato dal Concertone dei sindacati a Roma Piazza San Giovanni in un clima fortemente antipolitico causato dal fallimento della classe dirigente del nostro Pese), mi ha fatto riflettere sulla globalizzazione. Ho tirato fuori un vecchio libro del 2005 scritto prima che esplodesse la grande crisi finanziaria ma che già intravvedeva il declino delle global corporation.
Le prese di posizione di Confindustria nelle settimane successive (vedi) suonano quindi come una coccodrillesca conferma di molte di quelle considerazioni, fatte non dall’ufficio studi della Cgil, ma da Barry Lynn, analista a Washington e collaboratore, tra l’altro, della Rockefeller Foundation. Ma quelle parole di Squinzi sono soprattutto una fallimentare ammissione di colpa da parte di Confindustria e alcuni settori del sindacato per la retorica filo Marchionne con la quale sono stati esorcizzati negli anni scorsi i lampanti segnali di crisi.
Barry Lynn attacca soprattutto la fragilità del sistema industriale globalizzato. La dipendenza dai conflitti regionali non più solo per le materie prime, ma ora anche per tutte le componenti della produzione industriale. Il rischio di rimanere senza forniture si è esteso a tutta la supply chaine ed è stato pesantemente aggravato dalla estensione globale del modello Toyota, ovvero il just in time con la abolizione delle scorte di magazzino. Certo si risparmia sulle giacenze, e sul loro valore patrimoniale in bilancio, ma si aggrava irreversibilmente la dipendenza dai fornitori.
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Forse per lo stesso senso di colpa in questo mese le edizioni de IL SOLE24ORE hanno ripubblicato le “Confessioni di un sicario dell’economia” di John Perkins, ex militante liberista pentito.
Da entrambi questi testi (Il primo dei quali senza traduzione italiana) emerge il drammatico cinismo col quale la nostra crisi è stata pianificata e la indiscutibile necessità di una dimensione sociale per la globalizzazione. Una dimensione nella quale si assuma il lavoro come mezzo per sradicare la povertà, puntando sulle piccole medie imprese e riconoscendo le responsabilità delle multinazionali. L’ho preso e mi ripropongo di leggerlo. Intanto mi godo le notizie come questa (questa) su Euronews…
Ma per annusare il tanfo della nostra società malata non occorrono i saggi di macroeconomia, basta leggere Carlotto che in questo mese è uscito con una nuova, e come sempre spietata, proposta editoriale.
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Con la luna nuova al suo primo quarto ho poi preparato un post forse un po’ troppo ottimistico sulla Siria. Evidentemente avevo capito che gli appuntamenti svizzeri di questo mese, con la solerzia della nostra neo ministra degli esteri, stavano preparando il riarmo, ma speravo meglio. (SIC)
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Il primo quarto della seconda luna di maggio ci ha poi portato tra le notizie sull’estensione della pratica legale di nozze gay, la notizia relativa alla morte di Videla, avvenuta all’età di 87 anni nella prigione di Marcos Plaz. Avevo intuito l’importanza del suo ritorno all’attenzione della stampa mondiale in un post di qualche mese fa. Poco male, spero che pochi lo rimpiangano. Ma spero anche che molti non lo dimentichino.
Con l’occasione la stampa internazionale ha definitivamente legittimato Estela Barnes De Carlotto come portavoce ufficiale unica del movimento delle donne di Plaza del Mayo. Estela ha appena dato dimostrazione di indipendenza con le sue dichiarazioni sul gesuita Jorge Bergoglio, ma ho l’impressione che qualche altra esponente di quel movimento denuncerebbe con maggiore forza il pericolo che con lui se ne vadano nella tomba anche certi segreti oggi scomodi relativi a vecchie ricerche sulla genetica e la clonazione umana.
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Ricordi di Maggio quarant’anni fa.
Nel maggio del 1973, Gianfranco Bertoli, appena ritornato da Israele, compì una strage davanti alla questura di Milano. Ciò avveniva il giorno 17 nell’anniversario della uccisione del commissario Calabresi. L’obiettivo era il ministro dell’interno Mariano Rumor, che fortunosamente non venne colpito. La bomba provocò però quattro morti e numerosi feriti.
Altro ricordo importante dell’epoca ancora praticamente ignorato dalle analisi sulla storia degli anni settanta, riguarda ciò che avvenne sempre a Milano pochi giorni dopo il fatto di Bertoli, mentre la polizia stava indagando accanitamente sulla strage.
Il giovane Moshe Katz, ufficialmente studente israeliano in Italia, muore nel suo appartamento. L’atto di morte parla di intossicazione da ossido di carbonio. Ma nello stesso appartamento abitavano anche altri due studenti israeliani sui quali il SISMI aveva già fiutato qualcosa, tanto che li stava tenendo d’occhio. Qualche anno dopo, infatti, l’autorità giudiziaria, nell’ambito di un importante processo, entrerà in possesso di tre schede intestate appunto a Katz, Smilovich e Goldberg, traendo negli atti la conclusione che si trattava di agenti del Mossad. Allargando il ragionamento al di fuori delle ristrette verità giudiziarie si può oggi capire che si trattò di un repulisti del servizio segreto israeliano su una propria base segreta milanese. Il Katz infatti stava per costituirsi alla polizia italiana e venne preventivamente eliminato.
Il fatto è ricordato in pochissime cronache e ricostruzioni. Tra queste il libro MOSSAD BASE ITALIA di Eric Salerno, molto poco pubblicizzato come, del resto, tutto ciò che non è gradito ad Israele.
A proposito, Israele quest’anno ha chiuso il mese di Maggio nel suo ultimo quarto di luna calante con grandi manovre ed esercitazioni nelle scuole. Si sa infatti che ci sono i cattivissimi Assad ed Ahmadinejad che stanno cospirando contro di loro. ( … )
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