IL SOL DELL’AVVENIRE
Nel 2008 Fasanella e Pannone hanno realizzato un film che narra, attraverso i protagonisti reali, fatti relativi alla nascita delle Br. Si è trattato di una avventura documentaristica la cui sofferta vicenda ha dimostrato come tale tema sia ancora scomodo anzi fortemente antipatico al sistema.
Chiarelettere ha poi pubblicato il libro che racconta le difficoltà e i boicottaggi politici subiti dal film mettendolo in vendita in cofanetto con il DVD. La trovo una scelta intelligente e coraggiosa, coerente con la linea editoriale di una casa editrice non allineata. Oggi infatti è ancora possibile vedere il film e conoscere quella storia, una storia di censura e ipocrisia, grazie a quel cofanetto.
Ho visto pima il film, poi letto il libro. Vediamo.
7 Maggio 1960
Il film non finì nella morta gora del silenzio solo perché, presentato al festival di Locarno, ebbe risonanze ed apprezzamenti internazionali. Esso muove la narrazione partendo da Reggio Emilia in Piazza Cinque Martiri dove nel 1960 la Polizia sparò ad altezza d’uomo contro i manifestanti comunisti. In tale circostanza morirono Ovidio Franchi, Afro Tondelli, Marino Serri, Reverberi e Farioli. Si tratta di nomi molto noti e quasi mitici per chi, come me, ha cantato molte volte a pugno chiuso la canzone MORTI DI REGGIO EMILIA alle feste dell’Unità.
Su quella vicenda non ci sono misteri. E’ un fatto storico che dimostra come la nostra Repubblica, nata dalla Resistenza, fosse già pronta quindici anni dopo a reprimere le lotte operaie e governare con il sostegno del partito neofascista. E la determinazione con la quale reagirono le piazze italiane contro quel tentativo di restaurazione persuase gli atlantisti che non era il caso di insistere su quella linea. Il punto, infatti, è che la Resistenza senza i comunisti non ci sarebbe stata. Anzi la stessa Guerra mondiale non sarebbe stata vinta senza i comunisti, l’Armata Rossa e l’Unione Sovietica. E tutto questo a Reggio Emilia lo sapevano bene i militanti del PCI.
Tra di loro i familiari di Alberto Franceschini il quale, tredicenne, quel giorno vide e seguì tutti i movimenti della piazza dal tetto della sede PCI. Egli seguì anche le vicende processuali che seguirono negli anni successivi, quando nel 1962 il questore Cafari Panico e l’agente Orlando Celani finirono sotto processo per omicidio colposo plurimo, per poi essere tutti assolti nel 1964 e 1966.
La vicenda si impresse profondamente nella memoria di Franceschini e un po’ di tutti i giovani militanti della sinistra reggina di quegli anni e contribuì a consolidare l’idea delle resistenza tradita come onta da vendicare. Questo sentimento diffuso tra i giovani fu alla base della cosiddetta esperienza dell’Appartamento dove si riunì per quattro cinque anni la sinistra rivoluzionaria giovanile di quegli anni.
Orientatosi poi verso l’idea della lotta armata, questo gruppo di giovani comunisti, assieme ad altri militanti provenienti dal nord Italia, diede origine nel 1969 alle Brigate Rosse. La vicenda con i suoi vari passaggi è descritta con cura in un altro libro di Fasanella: Che cosa sono le BR.
Non a caso quindi il film parte da lì, quando Il 7 Luglio 2007 a Reggio viene celebrata la cerimonia di commemorazione in piazza. Franco Ferretti, vicesindaco, tiene il comizio. Costui nel 1970 è stato a Mosca a STUDIARE MARXISMO LENINISMO assieme ad Adelmo Cervi (figlio di uno dei martiri partigiani). Entrambi frequentavano l’Appartamento e il PCI pensò bene di toglierli dalla piazza mentre nascevano le Br.
Il film poi prosegue a Costaferrata, colline reggiane, nel ristorante della cugina di Tonino Paroli. Costei ospitò il convegno del 1969 in cui nacquero le BR. Qui racconta che la polizia si era presentata alcuni mesi dopo per acquisire l’elenco dei rappresentanti al convegno. Non dice espressamente di averlo consegnato, ma Fasanella commenta che “la polizia aveva avuto in tempo reale l’organigramma delle future Br.”
Questo particolare ci ricorda che nella storia brigatista sono molti i passaggi ancora poco chiari. Se la polizia disponeva di tali informazioni fin dall’inizio perché non le ha usate? O se le ha usate perché ciò non risulta agli atti delle varie ricostruzioni? Non dimentichiamo che la tesi fondamentale di Franceschini e tanti altri dissociati è proprio quella che lo Stato e i servizi segreti hanno lasciato fare alle Br per creare il clima adatto alla strategia della tensione. Un uso strumentale che le ha snaturate.
In questo incontro tra i vecchi compagni a pranzo il clima di cordialità dell’inizio culmina alla fine col pianto di Paroli che non trattiene il dolore per le violenze praticate dai terroristi (termine che lui non usa mai) in carcere sui compagni che hanno parlato.
I boicottaggi del film
Gli autori riscontrarono una certa difficoltà fin dall’inizio nella ricerca dei finanziamenti. Ma cominciarono a trovare le porte ben chiuse muovendosi nei vari ambienti di Reggio, dove Berselli responsabile CGIL CULTURA rifiutò fin da subito di collaborare al film spiegando che quelli delle Br con la storia di Reggio Emilia non c’entrano niente.
E’ il primo tipo di ostilità. Si tratta di un atteggiamento che deriva dalle scelte fatte a suo tempo dal PCI. A cavallo tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta Luigi Longo ed Enrico Berlinguer lanciarono uno scenario politico nel quale la lotta delle masse operaie per la costruzione della società socialista sarebbe dovuta avvenire nel pieno ed assoluto rispetto della legalità costituzionale. La Costituzione repubblicana, si diceva, era il frutto della battaglia partigiana nella Resistenza e quindi era il frutto del sangue dei comunisti. Erano stati soprattutto loro a volerla. Per fare un esempio si ricordava che Terracini, tra i fondatori del Partito a Livorno nel 1921, fu presidente della Assemblea Costituente. Pertanto ogni lotta non avrebbe mai dovuto superare il vincolo della legalità repubblicana. Ma l’avvento delle stragi, col rischio golpista, ridimensionò la sostenibilità di questa strategia agli occhi di molti militanti. E tra costoro, vedi ad esempio Giangiacomo Feltrinelli, si consolidò l’idea che la lotta per sopravvivere adeguatamente alla repressione dovesse essere armata. Nel caso dei componenti il gruppo dell’Appartamento le armi da utilizzare erano proprio quelle della resistenza tradita, cioè quelle che i partigiani avevano ancora nascoste in casa.
Il segretario di sezione regalò a Franceschini due pistole rubate ai tedeschi. Una di queste è la Luger che si vede nella storica fotografia (riprodotta anche nella copertina) del rapimento volante di Idalgo Macchiarini (Marzo 1972). Quella foto ormai storica documenta la prima azione Br che ha come obiettivo una persona e mostra a chi conosce i dettagli la continuità tra la Resistenza, Il PCI e la lotta brigatista.
Ed è proprio questo legame di continuità che il PCI volle rompere e ancora oggi teme che riemerga. Anche, se occorre, censurando opere documentaristiche come questa. Il libro narra infatti come Napolitano (già presidente) sia intervenuto e il quotidiano La Repubblica con Augias abbia abbondantemente amplificato, affinché non si desse pubblicità ai terroristi mancando di rispetto a familiari vittime.
E questo è il secondo tipo di ostilità: il rispetto per i familiari delle vittime.
E’ in vista del Festival di Locarno che, cambiato il Governo con la vittoria del centrodestra, il nuovo ministro della cultura Bondi sposa in pieno la posizione ultra critica dell’allora già ex presidente della Associazione Vittime Terrorismo Giovanni Berardi, figlio di Rosario, vicequestore ucciso dalle Br nel 1978.
Egli ci ricorda in un altro libro di Fasanella, che furono Nadia Ponti, ad ideare l’agguato e guidare l’auto, con Roberto Peci che coprì Piancone e Acella i quali spararono alle spalle di un uomo, padre di cinque figli che aspettava l’autobus.
Giovanni Berardi è uno dei più incazzati all’interno della associazione, contro uno Stato che si ostina a coprire la verità in accordo coi terroristi, o una parte di loro, e che forse copre una parte di rete ancora esistente e potenzialmente attiva. Niente perdono senza verità è la sua posizione e vede nel film un passo verso una riappacificazione ipocrita.
Costui contesta l’idea che si trasformino i brigatisti in attori di un film di successo lasciando loro raccontare una storia senza contraddittorio e senza dar parola alle vittime.
A questo punto il film viene ritenuto politicamente scorretto e pertanto viene cortesemente rifiutato da Venezia.
Io ritengo il tema relativo al rispetto del dolore dei familiari delle vittime e quello del rispetto della memoria delle vittime stesse molto importante e certamente fondato. E provo un sentimento di condivisione verso tutto ciò che egli scrive nel libro I SILENZI DEGLI INNOCENTI (di Fasanella e Grippo 2006, pgg. 102 – 112). Tuttavia ritengo che la censura non sia un’arma per chi combatte per la verità, ma al contrario per chi la teme. Perciò credo che Berardi si sia in questo caso consapevolmente o inconsapevolmente prestato ad una inaccettabile manovra censoria del sistema. Perché nel perfetto scenario orwelliano degli ultimi decenni nulla può esistere, in campo comunicativo, se non tollerabile dal sistema. E questo è uno di quei casi.
Ringrazio quindi nel mio piccolo, da quel semplice lettore che sono, Chiarelettere, Fasanella e Pannone per questo sprazzo di luce su una verità, peraltro ancora intuitivamente percettibile, che può aiutare a capire e metabolizzare il fenomeno terroristico italiano senza fuorvianti sensi di colpa e strumentalizzazioni politiche.
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Una buona comprensione del libro può avvenire conoscendo altre due opere di Fasanella, con altri collaboratori, quali Che cosa sono le BR (pubblicato anche in Francia con Le Monde che gli dedica un supplemento di dieci pagine) e, appunto, I silenzi degli innocenti.
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Curiosità
Alberto Franceschini noto soprattutto per essere stato l’artefice del sequestro Sossi ha scontato la sua pena e oggi vive e lavora a Roma in una cooperativa sociale.
Tonino Paroli ex delegato sindacale di fabbrica, tra coloro che parteciparono all’azione di evasione dal carcere di Renato Curcio, ha scontato la sua pena e oggi fa il pittore a Reggio Emilia.
Roberto Ognibene che uccise il maresciallo Felice Martirano durante la sua cattura a Robbiano di Mediglia, è sposato con Nadia Mantovani, vive e lavora a Bologna e ha pagato la sua pena.
Corrado Corghi fu con Ermanno Gorrieri fondatore della Gladio bianca nel dopoguerra. Era stato membro del servizio segreto vaticano durante la Resistenza sotto la direzione di Montini. Venne chiamato da quest’ultimo, divenuto Papa, per avvicinare Curcio e Franceschini durante il rapimento Sossi in piena clandestinità al fine di liberare il giudice. Egli accetta di essere intervistato per il film.
Franceschini e Corghi nelle intenzioni degli autori avrebbero dovuto incontrarsi dopo 35 anni in una chiesa di Reggio. Si sarebbe trattato, dice Fasanella, di un incontro tra allievo e maestro. Ma la Curia intervenne con un irriducibile divieto. Anche la Chiesa, evidentemente, è dalla parte dei censori. Evidentemente ha qualche rapporto indicibile con la storia delle Br.