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9 febbraio 2013 6 09 /02 /febbraio /2013 22:28

Dieci-storie-Pace.JPGErnesto, l’avvocato che fa presto, l’avvocato tosto, è un procacciatore di clienti veloce, veloce, uno che sbaraglia la concorrenza che è un piacere. Percorre a doppio carburatore l’A4 tra Padova e Verona per raggiungere il luogo di un NNC. (Si tratta di un evento che vediamo dopo). Oppure, dopo il SIP di Brescia, si piazza tra la folla sderenata a Milano e piomba sul RI ecc. eccetera.  Ernesto è uno veloce, alla benzedrina, tutto da seguire. Cocaina con dexedrina risublimata. L’organizzazione per cui lavora, e per la quale è disposto a morire, fornisce assistenza e difesa legale a tutti coloro che VERRANNO accusati di omicidio violento, atti criminali da talk show in prima serata ecc.

 

 

Col ritmo dei migliori cartoons americani Dazieri ci tratteggia in dieci pagine una società malata di competizione, dove l’estremo paradosso è la normalità e dove bisogna stare sulla scena del crimine. Anzi bisogna arrivarci prima che “le diligenti, quanto seccanti forze dell’ordine” suonino alla porta. O la sfondino con le maschere antigas.   

 

NNC  è un acronimo del gergo aziendale, sta per neonato nel cassonetto. Un corpicino morto con tanto di spilloni negli occhi e avvolto nel sacchetto di plastica… La madre, coi fiotti di sangue che esce ancora dalle cosce, sta per essere raggiunta dalla polizia e subire l’arresto. Che cos’è? Un aborto tardivo, un rito Woodoo? E la madre è vittima o assassina? Dazieri non lo dice, è un dettaglio insignificante. L’importante è che Ernesto arrivi prima della polizia e le faccia firmare il mandato di rappresentanza e il relativo impegno economico. E il nostro ci riesce. Bravo! Darà a questa madre, assassina o no che sia, “una piccola barriera contro i dardi della giustizia cieca”. Quasi come volesse difendere i suoi diritti… Ma forse non è così. Ernesto piomba sul luogo del crimine a pochi istanti dalla flagranza perché è uno che corre per vincere, e ha tutti i numeri per farlo, in particolare il cinismo e la prontezza di riflessi.

 

Il SIP è un altro acronimo di gergo che sta per “soggetto in presa” ovvero il target tipico del lavoro di Ernesto. Il cliente al quale va offerto il contratto di assistenza e difesa legale un minuto prima che venda preso, ma soprattutto il contratto di ripartizione degli utili  che verranno dallo “showbiz” ovvero il business che si realizzerà su quel caso. Il business della informazione spettacolo, ove la cronaca origina talk show, libri film ecc. E tanto più il caso è agghiacciante, tanto più è importante catturare in tempo il cliente. Cosa meglio ad esempio di un RI, un Ragazzo Indemoniato in preda a crisi di furore?

Ma alla sera, quando rientra anche il nostro Ernesto deve fare i conti col bisogno di pace. Il bisogno di pace che sente sua figlia, la nuova generazione che vuole la Pace e va a dirlo in piazza.

 

Ecco, Dazieri ci lascia così, con la figlia che sbatte la porta in faccia al nostro Ernesto e con questa speranza nel ricambio generazionale, nella rottamazione si direbbe oggi. Rottamazione di coloro che vogliono che le “istituzioni lavorino per mantenere questo MONDO SICURO”.

Ma sicuro per chi? Per gli stronzi come te?”(pg 59).

 

 

 

 

 

 

 

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8 febbraio 2013 5 08 /02 /febbraio /2013 11:25

Lady-Whitney.JPGUn anno fa moriva Whitney Houston, il 12 Febbraio. E’ una data molto vicina, forse troppo, al 14 Febbraio ovvero una delle nuove festività edonistiche che caratterizzano i tempi moderni. Spero che non ci sia un disegno consumistico sulla sua memoria: sarebbe l’esatto contrario di ciò che quella morte si merita.

 

Penso che il miglio modo per ricordarla sia I Will Always Love You

 

Vedi

 

E’ la sua grande canzone. In essa si scopre il melisma caratteristico del suo canto che a mio avviso costituisce una innovazione stilistica tale da segnare un nuovo step dopo Aretha Franklin. L’introduzione “a cappella” ha una tensione particolare che cattura immeritamente l’ascoltatore introducendolo ad un incantevole contesto melodico. E dopo averlo svolto con intensità commovente abbiamo un salto tonale che la cantante attacca con una precisione ed un sostegno quasi soprannaturali, tali da giustificare da soli il titolo di miglior cantante della storia soul.

(***)

 

Segnalo Good girl, bad girl, romanzo biografia scritto da Kevin Ammons dove, tra l’altro, si parla di lei come lesbica.

Ma non basta ricordarla, occorre anche riflettere sulla sua morte.

 

Whitney Houston: alcool e farmaci uccidono… diceva la Repubblica. Il Tg1 allegava al servizio un commento medico nel quale un luminare, o presunto tale, dichiara che a chi ha successo la vita chiede il conto e il nemico è sempre lo stesso: la depressione. Contro questo nemico il fai da te è sempre mortale. Il messaggio è chiaro no? Care star mettetevi nelle nostre mani, riempiremo le nostre tasche reciprocamente di milioni di euro e milioni di farmaci. Ma anche se è vero che qui può esserci un mercato in grado di contribuire molto al rilancio della crescita, la realtà è più triste. E ce lo dice il medico che ha esaminato il cadavere di Whitney:

The sedatives and alcohol will almost certainly be the cause of death, and not drowning. Her heart stopped beating because her respiratory system was suppressed because of the anti-anxiety meds, and combined with the booze it probably happened very quickly before she was found partially submerged in the bathtub.

 

  

 

La salma di Whitney fu filmata e fotografata mentre veniva portata via dalla stanza d’Hotel. Non mi stupirei se fosse stato corrotto il personale dell’albergo per farlo. E’ una sorta di Perp walk che lo star system riserva a quelli che non stavano più al gioco. Anche Tenco, il suo cadavere, ebbe lo stesso trattamento. Abbiamo quindi un’altra vittima da annoverare tra coloro che hanno dato la vita alla ribalta globale. Un sistema dotato di una immensa potenza mediatica, che usa le forme di espressione artistica, tra le quali, haimè, anche il canto, per il controllo massivo dei comportamenti. E che non esita ad usare il drug business per il controllo mirato sugli  artisti che lo rifiutano.

 

 

 

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7 febbraio 2013 4 07 /02 /febbraio /2013 00:51

Libro-Dumas.JPGParigi 1832, Rue Saint Roch. Gli abitanti del rione vengono svegliati alle tre del mattino da grida “orribili”. Gli schiamazzi arrivano dal quarto piano del civico numero sette ove abita Madame L’Espanaye con la figlia Camille.

Dopo la forzatura del portone e successivamente della camera sul retro, chiusa da dentro, al quarto piano, appare una terribile situazione: disordine, mobili rotti e un rasoio insanguinato sopra una sedia. Altri oggetti dettagliatamente descritti e soprattutto il corpo della giovane ancora caldo, infilato sul cammino a testa in giù. Nel cortile selciato, il cadavere decollato della vecchia dama. Il racconto poi prosegue riportando un secondo articolo di giornale che viene illustrato al lettore  nel secondo capitolo. Ecc. ecc.

 

Dove siamo? Siamo tra le pagine di un racconto di Alexandre Dumas, L’assassinio di Rue Saint-Roch, pubblicato sul giornale L’Indipendente, diretto dallo stesso Dumas a Napoli tra il 1861 e il 1864. Stiamo quindi considerando una preziosa rarità della quale esistono pochissime copie al mondo. Un racconto che sinora non era mai stato edito in volume né mai esaminato dalla critica. Ad affermarlo è Ugo Cundari, curatore, del quale dirò più avanti. Ora continuiamo il racconto.

 

L’indagine viene svolta attraverso ripetuti interrogatori di testi. Vengono riportate nel racconto le testimonianze di varie persone. L’escussione dei testi e le successive verifiche portano all’arresto di Adolfo Lebon, un giovane dipendente del Banco Laffitte che era entrato in contatto con le due vittime per consegnare valori. Ma tale conclusione non soddisfa Edgar, ospite ed amico di Dumas che narra la storia, e i due amici, mossi anche da orientamento critico verso la polizia francese, iniziano quella che oggi chiameremmo una contro-investigazione che avviene anche con sopraluoghi autorizzati.

L’accurato esame dei luoghi e delle testimonianze, con particolare riferimento alle contraddizioni dei testi in merito alla voce e all’accento dell’assassino, porta a ritenere errata la conclusione della polizia. I due individuano le modalità di entrata e fuga dalla camera da parte dell’assassino. Modalità che implicano una straordinaria agilità nonché caratteristiche poco afferenti al tipo umano. Ciò viene poi confermato dalla constatazione che il ciuffo rimasto nelle mani di Madame L’Espanaye non è di capelli umani. I successivi approfondimenti ipotetico-deduttivi conducono i due investigatori all’idea che si sia trattato di un orangotango.

Sospinti dalle proprie deduzioni i due concludono l’indagine tendendo una trappola a colui che ritengono essere il vero testimone decisivo del delitto: il padrone dell’orango. Attraverso un annuncio sul giornale “Le Monde” essi inducono costui a presentarsi nella loro propria abitazione e in tale circostanza ottengono la vera ricostruzione dei fatti. Un marinaio che aveva catturato l’animale nel Borneo lo aveva poi perduto a Parigi, nel tentativo di seguirlo egli aveva poi assistito alla carneficina e sperando di riuscire a catturare nuovamente lo scimmione, aveva taciuto i fatti.

La verità viene quindi consegnata alla polizia ottenendo anche la liberazione dell’innocente Lebon. L’orangotango viene ripreso dal proprietario stesso e venduto a buon prezzo, al Jardin des Plantes.

 

 

*

 

 Dietro a questa storia fantasiosa, che ci ripropone con pochissime varianti il molto più celebre racconto di Poe THE MURDERS IN THE RUE MORGUE, si cela un vero giallo letterario. Un giallo che costituisce la novità editoriale su cui punta la Baldini Castoldi Dalai nel presentarcelo con una elegante copertina e un prezzo di poco inferiore a tredici euro.

Nella copertina la cosa meno visibile è il nome del curatore,Ugo Cundari, il quale invece meriterebbe le luci della ribalta per l’intelligente lavoro che ha condotto e al quale dobbiamo il piacere dotto e genuino di questa lettura.

Negli oltre centocinquant’anni che ci separano dalla nascita di questa storia, considerata tutt’oggi iniziatrice della giallistica, abbiamo visto Dumas ergersi come una figura gigantesca della narrativa e solo più tardi, soprattutto con l’avvento della cinematografia, sopravanzare su di lui la figura di Edgar (Allan) Poe. Ora in questo libro  abbiamo i due scrittori  accomunati da un possibile caso di plagio letterario attorno al quale però si profilano altri retroscena biografici molto suggestivi.

 

 

Ho già postato circa le inesattezze e contraddizioni sulla biografia ufficiale di Poe. Trovo quindi preziosa la postfazione di Ugo Cundari che ci dice delle novità anche azzardando ipotetiche fratellanze massoniche riservate tra i due. Circostanza questa che potrebbe spiegare la ragione delle false date ecc.

In sintesi : Dumas scrive la sua storia nel 1861 vent’anni dopo Poe, ma la ambienta nel 1832 e la fa precedere da una prefazione di undici pagine a carattere autobiografico nella quale afferma di aver ospitato in quello stesso anno un giovare americano allora sconosciuto nella sua casa a Parigi in Rue de l’Ouest ai Jardin di Luxembourg. Questo americano bizzarro, che preferiva la notte al giorno, si chiamava Edgar Poë.

Il testo è indiscutibilmente di Dumas, proprio del suo caratteristico stile. Le circostanze in cui nascevano gli scritti e i romanzi di appendice del periodo napoletano di Dumas sono note e portano ad escludere un plagio del quale all’epoca nessun altro venisse a sapere nulla. Ciò anche in considerazione del fatto che Dumas componeva il racconto dettandolo direttamente ai collaboratori che scrivevano in francese e ai traduttori che scrivevano direttamente in italiano. La prassi di redazione era quindi molto impulsiva e personale, ma al tempo stesso trasparente e collettiva.

**

C’è poi la, almeno per me, succosa storia della setta rivoluzionaria. Dumas afferma nella sua prefazione che Poe si era presentato con una lettera di Fenimore Cooper. Costui, scrittore americano autore de L’ultimo dei mohicani, faceva parte assieme a Poe e Dumas della setta massonica rivoluzionaria cui faceva parte Alexander von Humbolt, la “Society of the Cincinnati”, anticolonialista e finalizzata a provocare rivoluzioni repubblicane in Europa. Il nonno di Poe, David era stato compagnone di Lafayette in detta setta. Ora, nella ricostruzione di Cundari, questa fratellanza riservata e il carattere clandestino delle relative missioni spiegherebbero l’assenza di tracce circa la permanenza parigina di Poe nel 1832. Inoltre altri indizi, studiati e riportati da altri biografi americani, porterebbero ad attività clandestine di Poe tra il 1828 e il 1832 in Russia  e, appunto, in Francia. Attività in occasione delle quali Edgar avrebbe assunto l’identità del proprio fratellastro William Henry Leonard, morto a Baltimora nel 1831 in circostanze misteriose.

 

***

Infine un’altra cosa molto simpatica e accattivante del libro è che è dedicato al Signor prefetto della polizia di Napoli. La dedica è sprovvista di una precisazione che chiarisca se si tratti di un prefetto dei giorni nostri, sul quale non mancherebbero le cronache recenti, oppure il prefetto Spaventa dei tempi di Dumas.

In ogni caso di qualunque prefetto si tratti, c’è da augurarsi che non perda cognizione delle parole di Alessandro Dumas scritte in questo racconto nel Dicembre 1861:

“Se vi è un paese ove i furti e gli assassinii siano frequenti questi è Napoli.

Se vi è un paese ove i furti e gli assassinii restano impuniti, è in Napoli.

Noi non diremo, come qualche persona male intenzionata non esita, che l’impunità dei ladri e degli assassini napolitani discende da una associazione segreta fra gli uomini della polizia e gli uomini di rapina. Diremo soltanto che … quel che abbisogna ad un prefetto di polizia è l’amor del suo Stato.

Io conosco persone che pagherebbero per essere prefetti di polizia, non fosse che per il piacere di scoprire delle cose che, a tutt’altri che a loro, resterebbero nascoste. ”

 

orango-Poe.JPG 

 

 

Cundari ci ricorda in una nota che Dumas ha annoverato tra i compagni rivoluzionari del 1830 un certo Lebon. Nel racconto il povero fattorino di banca Adolfo Lebon, ingiustamente accusato dalla polizia viene salvato dal lavoro di ricerca della verità portato avanti dai nostri due compagnoni con passione e disinteresse. Occorrono le sette segrete per ottenere giustizia?

 

 

 

 

 

 

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4 febbraio 2013 1 04 /02 /febbraio /2013 15:23

terremotino.JPG[2.2.2013]

Vedo che le iene dell’era post-catodica si accaniscono sulla vicenda del mancato terremoto a Garfagnana.  Si profila forse una polemica, dal sapore un po’ vendicativo, sulla sentenza contro il negazionismo antipanico. Ad occhio mi pare sia solo una speculazione collegata alla situazione istituzionale della Protezione Civile dopo la sentenza sul terremoto di Ancona. Vedremo domani se ci sarà corrispondente can can cartaceo. Nel frattempo registro un’enfasi che mi pare sproporzionata su una decisione del sindaco improntata a senso di responsabilità e rispettosa del diritto alla verità per i cittadini.

[4.2.2013]

Mah!, quel poco che no visto su La Stampa, Il Corriere e il Fatto Quotidiano non è oltremisura. Più significativo semmai è il commentodell’agenzia stampa dell’ANCI, l’Associazione di Comuni che sembra adombrare una critica ai livelli superiori della Protezione Civile per non aver preso decisioni. Tali livelli avrebbero pertanto scaricato compiti e responsabilità improprie sui comuni stessi generando anomalie e difficoltà che non dovranno più ripetersi.

                                                                                    *

 

 Non mi sento d’accordo neanche con questa posizione. Essa infatti sembra preludere, se non proprio invocare a gran voce, un  provvedimento legislativo che OBBLIGHI il Direttore centrale della Protezione Civile a dichiarare l’emergenza senza deleghe ai sindaci. In tal caso si rafforzerebbe la concezione autoritaria della protezione civile. A mio parere invece i comuni dovrebbero apprezzare la scelta di trasparenza che in questo caso era stata fatta e cogliere l’occasione per rivendicare piani e programmi finalizzati alla preparazione della popolazione (scuole, luoghi pubblici ecc.) nelle gestioni delle emergenze. L’aspetto critico della attuale situazione geologica e idro-geologica è infatti l’impreparazione del CITTADINO difronte all’emergenza. Mentre qui si tende a spostare la criticità sul tema della catena di comando. Nulla di nuovo, è tipico della logica burocratica.

                                                                                        

 

                                                                                        **

 

 

Il rischio terremoto non va nascosto , ma va spiegato ai cittadini. E non va negato in nessun caso. Mentre in fabbrica, ove il dipendente non può decidere in proprio, ma deve attenersi alle disposizioni gerarchiche del Piano di Emergenza e/o evacuazione, in casa e nel territorio egli può decidere autonomamente se vuol star fuori la notte o no. Non gli dev’essere né vietato , né imposto. Il punto oggi in questione, dopo la sentenza di Cassazione, è che l’attuale impostazione impone di fatto al cittadino di stare in casa perché gli viene taciuto, o peggio negato, il rischio sismico.

 

 

 

 

 

 

 

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1 febbraio 2013 5 01 /02 /febbraio /2013 00:40

Cattabiani.JPGIn queste ultime ore della notte della merla incombe l’arrivo del mese di Febbraio 2013. La merla che avrebbe dovuto portarci i giorni più freddi dall’anno ha invece, almeno qui a Valdagno, fallito la propria “mission” regalandoci un piacevole torpore quasi primaverile. Bene, io e il mio cane Barce ci siamo divertiti. ma veniamo alle fesserie numerologiche che queste ore mi ispirano.

 

 

Anche il 2013 soffrirà, come peraltro tutti gli altri anni esclusi i bisesti, di alcune imperfezioni caratteristiche del calendario gregoriano. Vediamone qualcuna.

 

Tanto per cominciare nel calendario in uso in tutto il mondo occidentale non c’è lo zero. Ciò deriva, ci spiega Cattabiani nel suo ancor oggi imbattibile libro sul calendario, dalla storia dello zero. O meglio dell’anno zero. Infatti  quello che per gli storici è l’anno 1 a.C. per gli astronomi è invece l’anno 0. Ma astronomia e disciplina storiografica interagiscono solo marginalmente ed ogni idea di supremazia della prima sulla seconda è del tutto infondata. Oltre a ciò lo zero è un numero molto giovane, adottato in occidente grazie alla contabilità mercantile di Fibonacci, e ha una tradizione assai minima e una scarsa valenza mistica. Pertanto rappresenta un concetto matematico che non ha ancora avuto la forza di innovare le discipline di datazione e in ogni ambiente, anche accademico scientifico, si continua a considerare tutt’oggi il calendario gregoriano come punto di riferimento.

 

Perciò in assenza del concetto stesso di zero, che da noi in area cristiana arriva appunto verso il tredicesimo secolo, vale ancora la trovata di Dionigi il Piccolo,che risale al VI secolo d.C.  Fu costui infatti a datare la nascita di cristo e ancor oggi vi è in proposito gran differenza di vedute tra le varie religioni monoteiste.

Tale datazione infatti avvenne determinando la data di  nascita di Gesù andando a ritroso secondo un calcolo che non considerò lo zero. Tra l’anno 1 avanti Cristo e l’anno 1 dopo Cristo, nel suo calcolo, viene ignorato l’anno zero perdendo quindi un anno nella conta). Inoltre se il Nazareno è nato sotto il regno di Erode il grande c’è qualcosa che non quadra perché, secondo la storiografia accademica, Erode è morto nel 5 avanti Cristo. E anche se regaliamo l’anno zero al nostro monaco (Dionigi) arriviamo al massimo all’anno 4 a.C. e i conti continuano a non tornare a meno che non assumiamo che il racconto evangelico sia sbagliato.

                                                                           

 

                                                                             * 

 

 

 

Un secondo aspetto un po’ più numerologico e meno religioso, ci porta a considerare che la sequenza di numeri ordinali che viene usata  nel calendario gregoriano per contrassegnare i giorni nel loro ordine susseguente, parte dal numero uno e arriva al numero 31. Il numero di giornate che si susseguono nell’anno, sempre escludendo il bisesto, è pari a 365 e perciò l’annata gregoriana consiste in una proterva ripetizione della sequenza uno-trentuno. Tuttavia tale scala trentunaria, ovvero la sequenza lungo la quale si dispiegano le giornate mensili, non si ripete dodici volte, nel qual caso creerebbe un anno di 372 giorni, ma solo sette, perché com’è ben noto, che “ne han trentuno” non sono tutti i mesi, ma solo “tutti gli altri”.

 

Ed ecco l'altra fesseria. Questo fatto potrebbe creare qualche remota inquietudine nel cristiano praticante perché impedisce di onorare tutto l’anno il proverbio, di origine concistoriale, creato da papa Leone X, secondo il quale “qui triginta fecit, triginta unum potest”.

 

Poco male comunque, perché ciò non costituisce peccato, nemmeno veniale. Ma, peccato o no, qualunque cosa sia, essa si perpetua ogni anno per ben cinque volte e sono proprio queste le volte in cui i mesi si distinguono da “tutti gli altri”. Assumendo un poco consono carattere di mensilità devianti in quanto irrispettose della regola leonina (quella di Leone X per intenderci). E ciò richiama tra l’altro il carattere pagano anticristiano del numero cinque.

Leone-X.JPG

 

Di queste mensilità devianti nel 2013 quattro avranno carattere di “menstrua ad triginta” mentre Febbraio, che normalmente coincide con i quattro quarti del ciclo lunare (7 x 4 = 28) quest’anno non sarà composto da quattro settimane perfette, senza resti,  bensì di CINQUE settimane. Ovvero il mese di Febbraio 2013 non sarà “tetra”, bensì “penta”settimanale a causa dei due giorni della quinta settimana dell’anno che finiscono all’inizio del secondo mese. Avremo un Febbraio un po’ pagano anticristiano?

 

 

 

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27 gennaio 2013 7 27 /01 /gennaio /2013 19:44

Janos-Hasur-a-Valdagno.JPGLa Giornata della Memoria, con riferimento alla shoah ebraica, è stata commemorata a Valdagno dalla Associazione Progetto Musica. La rassegna concertistica Città dell’Armonia ha infatti ospitato il violinista ungherese Janos Hasur nel suo primo appuntamento del 2013,

 

 

Hasur, ebreo ungherese primo violino dell’orchestra di Kaposvar, ha presentato una toccante memoria musicale che alterna melodie klezmer a letture tratte dal piccolo libro di Zvi Kolitz “Jossl Rakover si rivolge a Dio”, libro che in Italia è disponibile nell’edizione Adelphi 1997. Sono parole strazianti scritte nella primavera del 1943 sotto il fuoco dei bombardamenti da un resistente della battaglia di Varsavia. Il testo è una testimonianza diretta, ma soprattutto una tragica meditazione di un credente ebreo nei giorni del dolore in cui perde moglie e figli.

 

 

 

 

 

 

Uscito a Buenos Aires nel 1946 su una rivista Yiddish, il testo è considerato una sorta di “salmo moderno”.

                                                                         ****

 

 

Per poco meno di un’ora la recitazione lievemente accentata ma emotivamente perfetta, ha toccato le corde dello spettatore come l’arco del suo violino, lasciando nel pubblico un segno di grandezza e umiltà autentiche come l’inchino finale dell’artista.L-inchino-di-Janos-Hasur-a-Valdagno.JPG

 

 

 

 

 

 

                                    

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23 gennaio 2013 3 23 /01 /gennaio /2013 23:57

Golden-baby.JPGIl testo della canzone  dice più o meno questo: Goldfinger è l’uomo con Il tocco di Re Mida. Il tocco di un ragno che con quel dito freddo invita a entrare nella sua rete di peccato. Ma tu non andarci! Egli verserà parole d’oro nel tuo orecchio, ma senza che le sue bugie possano ripararti da ciò che temi perché una ragazza d’oro sa che quando lui l’avrà baciata… quello è il bacio della morte. Perciò ragazzina stai lontana dal cuore d’oro, il cuore freddo del signor Golfinger. Egli ama solo l’oro.

E’ chiaramente un testo che non dice niente di preciso, ma è ricco di metafore che possono voler dire ciò che vuoi. Comunica una suggestione maligna, un sentimento di tentazione che richiama l’amore e la morte. La seduzione viene ricondotta ad un incanto che evoca il sibilo del serpente e il terrore del ragno. E l’associazione ripetuta tra oro e freddo accapona la pelle. Infine questo testo viene cantato in modo forte e pervasivo da una Shirley Bassey  che, guardare per credere, aggiunge l’idea del dito come tentazione femminile. Fu un grande successo ed è curioso osservare che in quell’anno nel mercato anglo-americano questa canzone fu l’unica a spiazzare, se pur per poco tempo, i Beatles dal primo posto in classifica dei dischi più venduti.

 

Nei titoli di testa l’oro, o meglio il suo colore, sta nella pelle della modella solarizzata e c’è l’idea di un fuoco che brucia la pellicola o addirittura lo schermo. Questa suggestione nel 1965 era molto innovativa e ribadiva l’idea del mezzo cinematografico come strumento forte, irresistibile, capace di affascinare le masse. La ragazza che si vede in quelle foto è ancor oggi un’icona di sessualità.

****

 

IL caso ha voluto che finissi di leggere Goldfinger nel giorno dedicato al sostegno della campagna contro la violenza sulle donne. (25 Novembre) Mi ha fatto riflettere quindi come questa storia, che ha influenzato non poco la cultura e gli atteggiamenti della mia generazione, non sia per niente in linea con le moderne aperture di genere. La donna che nel film risulta essere il personaggio femminile più forte, Pussy Galore, nel testo di Fleming è spesso fatta oggetto di ironie che oggi risulterebbero fuori luogo. Ad esempio è lesbica e la sua “confusione sessuale è una conseguenza del voto alle donne”. Ancora: Pussy viene sottomessa dal fascino macho di Bond e ridotta a “bambina obbediente” che si “accuccia nel cavo delle braccia di Bond e alza gli occhi verso di lui”. Qui, alla stoccata di Bond che le ricorda ciò che si dice di lei e cioè che dovrebbero piacerle solo le donne, Pussy fornisce una spiegazione che addirittura riconduce il suo lesbismo una psicopatologia. Come se la condizione omosessuale fosse il risultato aberrante di una adolescenziale violenza incestuosa. Ella infatti racconta: “Io sono del Sud. Sai come definiscono laggiù una vergine? Bè, è una ragazza che corre più veloce di suo fratello. Nel mio caso io non sono riuscita a correre più veloce di mio zio. Avevo dodici anni.”

 

E’ interessante anche osservare che già i soli cinque anni che intercorrono tra la stesura del libro e la produzione del film segnano un salto in avanti e gli sceneggiatori del film tratteggino il personaggio di Pussy con una maggiore positività, in un miglioramento del personaggio che fonda il proprio fascino nel fatto di essere una donna emancipata. Una donna che desidera e seduce in piena libertà ed autonomia. In pratica se volgiamo, mentre nel film le donne sono in una condizione di parità, nel libro sono in una condizione di sottomissione.

                                                                          

                                                                                  ****

 

 

Nel film ci sono tre bond girl e Pussy Galore, quella più importante e più riuscita, è interpretata da una attrice di tre anni più vecchia di Connery. Si tratta di Honor Blackman, già nota al pubblico britannico per il personaggio Cathy Gale della  serie  The Avengers, serie di telefilm televisivi che andò in onda dal 1961 al 1969, nota più tardi in Italia come Agente Speciale. Quindi nel '65 abbiamo il personaggio televisivo di Cathy Gale che si evolve in quello cinematografico di Pussy Galore. Si potrebbe pensare ad una distorsione sessualmente allusiva del cognome “Gale” in “Galore” (che per assonanza richiama l’italo ispanico “calor” operata dagli sceneggiatori, ma non può essere così perché il  cognome di Pussy è già presente nel libro. Cioè tre anni prima che nascesse la serie televisiva. In ogni caso la trasgressione allusiva resta e Wikipedia tutt'oggi traduce il nome Pussy Galore in “carosello di figa” e c'è chi preferisce l’assonante latino “fighetta in Calore”. Ma è meglio fermarci ed evitare altre cadute di stile.

 

 

La donna coperta d’oro c’è nel libro, ma non c’è la scena del corpo sul letto che invece è l’icona del mito narrativo. Penso che il successo dell’icona sia connesso con l’emozione del pubblico per la recente (allora) e iconicamente omologa, morte di Marilyn Monroe.

 

 

 

 

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21 gennaio 2013 1 21 /01 /gennaio /2013 23:23

Pepita.JPG

Trovo curiosa e un po’ sospetta questa notiziache viene data con un contegno che sta tra il serio e il faceto in questi giorni. Si badi la notizia non gira così, erraticamente, nel web, ma viaggia per i telegiornali, quelli seri (ammesso che tali possano essere). Si sa che la rete è piena di frivolezze ma i telegiornali come Euronews o Tg1 di solito tengono un certo contegno. Comunque stando alla notizia in questione in Australia, in zona mineraria, è stata Ritrovata una pepita d’oro di oltre cinque chili. Un tizio va a farsi una passeggiata e, così per caso ha con sé un metal detector, forse l’avrà confuso con il bastone da passeggio, mah! Fatto sta che trova un tesoro. 

Cinque chili sono tanti, ma non tali da far fare alla notizia il giro del mondo. Penso piuttosto che si tratti di un messaggio per lanciare una ottocentesca caccia all’oro. Le caccie all’oro sono tante nella storia, dalla California al Klondike, e sono sempre collegate a due cose: l’emigrazione e la crisi economica. Il mito del get rich quik ha sempre funzionato per smuovere masse di illusi tra una zona e l’altra dei continenti. Si leggano i racconti di Stevenson, London ecc. la povera gente ne è attratta come gli spilli da una calamita.

Ora considerando che sono almeno cinque anni, gli anni della crisi finanziaria globale, in cui siamo oggetto di sottili campagne per la ricerca di preziosi come gioielli, oro, argento e platino, ma anche strane tensioni più o meno criminali come quelle sul rame e metalli rari, è lecito porsi delle domande da scettici. Chi o cosa c’è dietro? I negozi Compro oro sono una moda o una precisa campagna pianificata? Qualcunose l’è già chiesto è si è dato una risposta più incline alla seconda ipotesi.

 

*

 

In ogni caso, una cosa utile alla comprensione può essere la rilettura della storia di Goldfinger, che in proposito è molto istruttiva.

 

La Pepita di Goldfinger

 

Perché la crisi finanziaria globale è scoppiata nel 2008? Ce lo spiega un personaggio di Fleming, creato nel 1958.

Si tratta Colonnello Smithers personaggio del romanzo “Goldfinger”. In Italia lo conosciamo grazie ad Aldo Garzanti, il quale col titolo di 007 operazione Goldfinger lo prtò in Italia sei anni dopo sull’onda del successo mondiale di cui stava godendo la sua trasposizione cinematografica. E’ un testo scritto più di cinquant’anni fa e perciò presuppone una piccola contestualizzazione. In sostanza  la conoscenza degli accordi di Bretton Woods e il ruolo dell’oro nella stabilità dei cambi fissi tra monete vigente all’epoca. Un sistema inizialmente concordato anche con i sovietici, ma poi applicato nel dopoguerra solo in occidente. Esso faceva dell’oro il valore di garanzia per il credito internazionale e le valute nazionali venivano scambiate in regime di cambi fissi con la moneta più importante, il dollaro, convertibile, appunto, in oro. Ma andiamo a leggere il libro.

Siamo nel sesto capitoletto che porta il significativo titolo: “Una chiacchierata sull’oro”. A pagina 42 James Bond entra nei locali della Banca d’Inghilterra per incontrarsi con il Colonnello Smithers, un esperto ex militare incaricato dallo stesso Governatore di istruire Bond sull’oro. E qui prende avvio un discorso che si snoda in alcune pagine ancor oggi istruttive. L’oro, che è il bene più prezioso e più commerciabile del mondo, è un valore che ha la caratteristica di non essere identificabile. Di esso è infatti impossibile individuare l’origine e gli spostamenti  nelle varie parti del mondo. La stessa Sterlina d’oro non ha numero di serie e la Zecca imprime si i numeri di serie nei lingotti, ma questi segni possono facilmente essere cancellati oppure i lingotti stessi posso essere facilmente fusi.  L’oro e la valuta sono le basi del credito internazionale ed ogni paese può calcolare quale sia la forza della propria moneta solo sulla base della quantità di oro esistente. (pg 44) La conseguenza è che bisogna evitare ogni fuga d’oro dall’Inghilterra o da qualsiasi altra parte dell’area della Sterlina per portarlo in paesi  ove poterlo vendere a valore superiore rispetto al prezzo ufficiale.

 “… Ma l’oro ha anche due difetti: non è abbastanza duro e si consuma rapidamente anche a contatto con le fodere delle nostre tasche o il sudore della nostra pelle. Ogni anno le nostre riserve vengono ridotte impercettibilmente dall’usura. L’altro difetto è di gran lunga più importante: l’oro è il talismano contro la paura. E’ la paura, Mr. Bond che toglie l’oro dalla circolazione e lo nasconde in attesa di giorni peggiori. Si può dire che una buona parte dell’oro che viene scavato ogni giorno dalle miniere è risotterrato da qualche altra parte.” E “sfortunatamente le riserve auree della Terra si stanno esaurendo e non ci sono più altre terre da esplorare, tranne le terre sommerse e il mare stesso, che come è noto ricco d’oro.”

Oggi come oggi infatti, e siamo nel 1958, “l’oro viene estratto ad un ritmo tale che l’intera produzione del Klondike e dell’Homestake e dell’Eldorado equivarrebbero solo alla quantità di oro estratta in due tre anni dai soli giacimenti dell’Africa!..”

E infine qui abbiamo l’argomentazione chiave per il nostro ragionamento:

Tanto per farvi un esempio, signor Bond, dal 1500 al 1900 in tutto il mondo si sono estratte circa diciottomila tonnellate d’oro, ma dal 1900 ad oggi la produzione è stata di quarantun mila tonnellate. E a questo ritmo…” Il colonnello si china fissando Bond, “ Vi prego di non riferire questo, tra cinquanta anni le riserve auree della Terra potrebbero essere completamente esaurite!”.

 Ed è a questo punto che il Colonnello Smithers, seppur interrotto da qualche telefonata riguardante l’organizzazione del torneo aziendale di Hokey femminile, introduce il tema del contrabbando. La storia si sviluppa con il nostro agente 007 che scopre la maniera con la quale Golfinger gabba da anni i controlli inglesi e ammucchia un enorme quantità di oro. Golfinger poi, dopo un vertice con la malavita americana, attacca Fort Knox non per impadronirsene, ma per mettere fuori uso le riserve auree americane e realizzare così  un aumento speculativo del prezzo dell’oro che rimane al mondo. Nel piano di Goldfinger una volta realizzate queste nuove condizioni di mercato globale dell’oro egli metterà in commercio il suo… Ma a soli sette secondi dalla fine James Bond, grazie anche alla collaborazione della bond girl Pussy Galore, salverà il mondo con tutto il suo oro.

 

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Orocash.JPGSei anni dopo, settembre 1965, uscì il film che tutti conosciamo. Esso ebbe un enorme successo e contiene varie innovazioni quasi profetiche di cui dirò in un altro post. Qui è sufficiente cogliere che il film, a differenza del libro, non spiega che Golfinger aveva iniziato la sua fortuna con i negozi “Compro oro”.La-grande-crisi.JPG

Nella primavera del 2008 Lehman Brothers crolla in borsa e la FBI effettua numerosi arresti in ambito finanziario, ipotizzando frodi legate ai mutui subprime, ma questa è un’altra storia… o no?

 

 

 

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20 gennaio 2013 7 20 /01 /gennaio /2013 19:04

La notte di San Mario (martire) quest’anno è caduta di Sabato, giorno caro agli ebrei, cedendo il passo alla Domenica, giorno caro ai cristiani. Ora, durante questa notte, intorno all’una per la precisione, ora italiana, il sole è entrato in Acquario. Trattandosi del primo segno d’Acquario dopo la fine del calendario Maya qualcuno dei guru New Age propone che si consideri questo giorno come data di inizio dell’era acquariana. Si tratta dell’avvento della nuova era spirituale nella storia dell’umanità, quella annunciata dal film musical Hair nel sessant’otto per capirci. Pertanto, visto che Obama giura oggi, possiamo dire che il suo secondo mandato sarà acquariano. Nasce infatti sotto questo segno. Ciò avviene perché il 20 Gennaio è la data entro la quale la Costituzione degli Stati Uniti d’America vuole che il Presidente giuri per il suo mandato.  Pare però che il Congresso non gradisca riunirsi di Domenica e perciò la cerimonia ufficiale di giuramento si terrà Lunedi 21 Gennaio. O meglio Obama giurerà di Domenica alla Casa Bianca, ma i relativi festeggiamenti e cerimoniali si terranno il giorno dopo, di Lunedì.  Evidentemente, quanto a rispetto del riposo domenicale il Parlamento americano non scherza. Inoltre, In questa scelta di rispetto domenicale il Parlamento esprime, quantomeno sul piano simbolico, un orientamento New Age che, in quanto tale, è più vicino ai cristiani copti che alle altre culture monoteiste. Speriamo che, pensando ai siriani, ciò si traduca in un auspicio politico. L’alternativa possibile sarebbe stata quella di anticipare tutto al Venerdì, sapendo che il Congresso non lavora neanche al Sabato, ma in questo caso sarebbe stato qualche emiro, o peggio qualche mujaheddin, a fraintendere il segnale.

 

 

 

 

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19 gennaio 2013 6 19 /01 /gennaio /2013 01:13

Bare-di-Stato.JPGUn terremoto di balle civili. Sono state rese note le motivazioni della sentenza  che ha condannato i componenti della commissione Grandi Rischi. Quelle persone, quegli esperti e tecnici, che, sotto la direzione dell’allora onnipotente Bertolaso negarono che ci fosse pericolo nel terremoto che si faceva continuamente sentire all’Aquila. La conseguenza fu che quella notte morirono decine di persone che si sarebbero salvate perché si erano preparate ad evacuare da sole, ma ne vennero dissuase dalle menzogne della Protezione Civile. Il caso è importante perché si tratta di una verità giudiziaria che sancisce un principio che i media non applicano più: le balle di stato uccidono. La linea della verità è più sicura.

 

 

 

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Le balle di Stato sono tollerabili, si fa per dire, in guerra perché non si può dire al nemico dove sono nascoste le nostre armi, bisogna tenerlo segreto e depistare chi le cerca con qualche balla. Ma queste sono balle civili, e lo sono per definizione, non per sbaglio, perché è proprio la Protezione Civile che le teorizza e le racconta, anzi le impone a sindaci assessori regionali, direttori di scuole, università ecc. E ci sono anche disposizioni normative sui grandi rischi, ad esempio il grande rischio industriale, che teorizzano e prescrivono le balle per prevenire il panico. E qui sta il dramma: si sta organizzando la società civile sul concetto di balla preventiva e se fino a ieri questo poteva essere visto come un problema morale, ora dopo questa sentenza, così motivata, il problema diventa vitale. Con queste balle lo Stato uccide, provoca stragi, veri e propri massacri di massa per regolare attività della vita civile.

 

 

Rivendicare il diritto alla verità non è solo una battaglia etica, sta diventando sempre più un problema di sopravvivenza.

 

 

Un pensiero alle vittime.

 

 

 

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